Io e te by Niccolò Ammaniti

Io e te by Niccolò Ammaniti

Author:Niccolò Ammaniti
Language: it
Format: mobi
Published: 2012-04-07T22:00:00+00:00


Grazie.

Comunque hai la faccia arancione. Hai esagerato con l’autoabbronzante - . E ha chiuso la porta.

L’operazione bunker faceva acqua da tutte le parti. Mamma voleva parlare conia madre di Alessia. Olivia mi aveva beccato. E avevo pure la faccia fosforescente.

Continuavo a guardarmi allo specchio e a rileggere le istruzioni dell’autoabbronzante. Non diceva nulla di quanto tempo ci metteva ad andarsene via.

Ho trovato un vecchio barattolo di Vim e me lo sono spalmato in faccia, e mi sono sdraiato sul letto.

L’unica cosa di cui ero sicuro era che Olivia non avrebbe detto nulla. Non sembrava il tipo che fa la spia.

Dopo dieci minuti mi sono lavato la faccia ma era arancione tale e quale.

Ho frugato nello scatolone di mia sorella. Tutto era stato buttato dentro alla rinfusa. C’erano soprattutto vestiti e scarpe. Un vecchio computer portatile. Una macchina fotografica senza obbiettivo. Un Buddha di un legno puzzolente. Dei fogli scritti con una scrittura tonda e grande. La maggior parte erano liste di cose da fare. Gli invitati a una festa ed elenchi della spesa. In una cartellina azzurra ho trovato delle fotografie di Olivia quando era ancora in forma. In una era stesa su un divano di velluto rosso e aveva addosso solo una camicia da uomo da cui si vedeva un pezzo di seno. In un’altra era seduta su una sedia e con la sigaretta in bocca si metteva le calze. Quella che mi piaceva di più era presa di schiena con la testa girata verso l’obbiettivo. Con una mano si reggeva una tetta. E aveva le gambe che non finivano mai.

Non ci dovevo nemmeno pensare. Olivia era mia sorella al cinquanta per cento.

Tra le foto ce n’era una più piccola, in bianco e nero. Mio padre, con i capelli lunghi, i jeans e una giacca di pelle, era seduto sulla bitta di un molo con una bambina, probabilmente Olivia, che mangiava un gelato sulle sue ginocchia.

Sono scoppiato a ridere. Non avrei mai immaginato che mio padre da giovane si vestisse in quel modo orrendo. Io l’avevo sempre visto con i capelli brizzolati tagliati corti e un completo grigio con la cravatta e le scarpe con i buchi. Però lì, con quei capelli da tennista antico, sembrava felice.

C’era anche una lettera che Olivia aveva scritto a papà.

Caro papà,

ti scrivo per ringraziarti dei soldi. Ogni volta che mi tiri fuori dai casini usando le tue finanze mi domando: E se al mondo non esistesse il denaro come farebbe mio padre ad aiutarmi? E poi mi domando se sono i sensi di colpa o l’amore che provi per me che ti spinge a farlo. Sai che ti dico? Non lo voglio sapere. Sono stata fortunata ad avere un padre come te che mi lascia fare le mie esperienze e quando sbaglio, praticamente sempre, mi aiuta. Ora però basta, non voglio più che mi aiuti.

Io non ti sono mai piaciuta, ti sto antipatica, quando stai con me sei sempre troppo serio. Forse perché sono la prova vivente di una storia tutta sbagliata e ogni volta che mi pensi ti ritorna in mente la stronzata che hai fatto a sposarti con mia madre.



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